Lea Landucci, ricercatrice postDoc presso il MICC dell’Università degli Studi di Firenze, è la docente del corso di Interface Design svolto durante il periodo specialistico di Interactive Media del Master. Lavora da anni nel campo della sperimentazione di ambienti digitali interattivi per i Beni Culturali e per la Ricerca scientifica.
Lea descrive il lavoro svolto con gli studenti durante il corso del Master e i progetti a cui sta lavorando, mettendo in evidenza l’importanza delle nuove interfacce interattive presenti nei dispositivi mobili e nei sistemi a interazione naturale.
Quali sono gli argomenti trattati durante il corso di Interface Design?
L’argomento principale delle lezioni è stato l’approccio all’interface design, le linee guida, i vincoli e le direzioni aperte e disponibili per esprimere la propria creatività grafica.
Partendo dallo studio della percezione fisiologica sensoriale legata alla psicologia cognitiva, il corso ha toccato principalmente i temi della progettazione grafica di interfacce per desktop e mobile web, lasciando spazio alla sperimentazione di layout personalizzati e di concept originali, sviluppati sotto forma di mockup grafico.
In particolare, gli studenti di quest’anno hanno realizzato come esercitazione alcuni mockup per la homepage web di aziende quali Gucci Group (in Figura il lavoro dello studente Matteo Valecchi), IBM, Giunti e RAI, proponendo anche un logo originale ed un payoff corrispondente. Hanno poi lavorato alla progettazione di una webApp mobile per iPhone delle stesse aziende, partendo dagli sketch analogici su carta fino a realizzare i mockup digitali utilizzando alcuni template di Adobe Photoshop.
Quali sono le sperimentazioni e le tecniche più interessanti nel design delle interfacce utente?
Indubbiamente quelle legate ai nuovi dispositivi, mobile e non, che iniziano ad avere distribuzione diffusa in diversi contesti di applicazione (personale, culturale, museale, business, intrattenimento, didattica etc.).
In particolare il mio interesse si rivolge a quelle interfacce che utilizzano un linguaggio di interazione naturale, intuitivo e comprensibile per gli utenti; quei sistemi auto-esplicanti a basso impatto cognitivo, che sfruttano le conoscenze ancestrali e pregresse degli utenti e che quindi vengono utilizzati immediatamente, senza alcuna indicazione o spiegazione preventiva, in quanto in grado di agevolare ed invogliare la sperimentazione e la curiosità di chi li usa.
Quali sono i progetti a cui sta lavorando?
Negli ultimi mesi i miei interessi scientifici si sono rivolti alla progettazione di musei interattivi, ambienti intelligenti in grado di rispondere alle necessità degli utenti in maniera non invasiva e costruttiva.
In particolare sto lavorando su un progetto finanziato dalla Regione Toscana e dal fondo della Comunità Europea, Mnemosyne, che prevede lo studio, lo sviluppo e la realizzazione di un museo di nuova generazione, capace di integrare differenti tecnologie ed in grado di fornire una esperienza nuova e stimolante ai suoi visitatori.
Contemporaneamente mi sto occupando della fase di sperimentazione (presso la A.S.P. Montedomini di Firenze) di un progetto legato alla riabilitazione neuro-cognitiva di pazienti colpiti da ictus attraverso l’utilizzo di sistemi interattivi in grado di stimolare i processi di riattivazione delle componenti neurologiche compromesse dalla patologia.
Biografia
Lea Landucci è nata a Firenze e si è laureata in Ingegneria Informatica nel 2004. Ha un dottorato in Ingegneria Informatica e multimedialità e lavora come ricercatrice postDoc presso il MICC – Università di Firenze dove si occupa di ambienti ad interazione naturale.
E’ docente presso il Master in Multimedia Content Design dell’ Università di Firenze ed insegna tecnologie per musei interattivi presso la scuola internazionale Lorenzo De’ Medici di Firenze.
Parallelamente al percorso scientifico-universitario, si diploma attrice teatrale nel 2003 e fonda l”associazione culturale Contaminazioni Teatrali dove attualmente lavora come attrice, regista ed insegnante di teatro.