Intervista con Laura Parigi

Laura Parigi

Laura Parigi è instructional designer presso l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’autonomia scolastica, ente che si occupa di ricerca educativa e innovazione del sistema scuola per conto del Ministero dell’Istruzione e Ricerca.

Dal 2004 si occupa di tecnologie per la didattica ed in particolare di multimedia learning design.

Laura ha ricevuto il diploma del Master durante l’edizione 2000-2001.

Qual è stato il tuo percorso professionale dal master fino a oggi?

Dopo il master, ho svolto per alcuni anni attività di search engine optimization per la Worldby.com, un tour operator che gestisce prenotazioni online di alberghi in tutta Europa. Passando per qualche esperienza di web e content design (Lagos Design Studio) sono approdata al mondo dell’elearning e delle tecnologie didattiche realizzando due progetti di ricerca per l’Università degli Studi di Firenze (Facoltà di Scienze della Formazione). Nel primo progetto ho analizzato comportamenti e strumenti per la comunicazione sincrona in PuntoEdu, ambiente di blended learning che ospita la formazione degli insegnanti di scuola primaria e secondaria di I e II grado. Nel secondo ho analizzato le migliori pratiche di mobile learning ed elaborando alcuni criteri di valutazione. Dal 2007 sono entrata a far parte dei collaboratori dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’autonomia scolastica, un ente che si occupa di innovazione didattica e formazione degli insegnanti per conto del MIUR.

Uno dei tuoi progetti più importanti è Lavagna Interattiva Multimediale, puoi raccontarci la sua storia?

Sono arrivata all’ANSAS all’avvio di un grosso progetto per l’introduzione della Lavagne Interattive Multimediali nelle scuole secondarie di II grado (Scuola digitale/ lavagna); un’azione che in tre anni distribuirà oltre 24 mila lavagne digitali in tutto il territorio nazionale. Ho fatto parte del gruppo di ricerca che ha elaborato il piano di formazione per gli insegnanti che riceveranno le dotazioni tecnologiche. Una sfida, perché in molti casi si tratta di veri neofiti, che utilizzano (timidamente) email, word processor e programmi per la creazione di presentazioni e da un giorno all’altro si trovano a dover ripensare la propria professione con nuovi strumenti e contenuti. Per colmare il gap tecnologico della scuola, infatti, non basta agire sulle infrastrutture: occorre trasformare un lavoro che si fa, in molti casi, solo con “carta e penna”.

Quali sono i progetti a cui stai lavorando?

Ho appena iniziato a lavorare ad un nuovo progetto di formazione e di ricerca sulle tecnologie per la didattica, destinato agli insegnanti di tutti gli ordini di scuola. Questa volta il focus sarà sulle competenze digitali che gli insegnanti devono acquisire per migliorare i processi di insegnamento ed apprendimento. Il lavoro, finanziato con fondi PON, si allinea con una ricerca svolta da un gruppo di lavoro europeo (Digital Skills Working Group – European Schoolnet) di cui faccio parte.

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