Intervista con Diego Clericuzio

Diego Clericuzio

Diego Clericuzio, regista e filmmaker freelance, firma documentari, reportage, cortometraggi e video per la comunicazione d’impresa.

I suoi video sono stati proiettati a Washington, Miami, Shangai, Dubai e Parigi.

Diego ha conseguito il diploma del Master nell’edizione 2003-2004.

Qual è stato il tuo percorso professionale dal master fino a oggi?

Dopo il master ho fatto uno stage come producer in Blue Gold, azienda very cool ma stare a Milano, no grazie. Quindi sono tornato in ferie nel nordest e ho incominciato a collaborare con Videoest, una storica casa di produzione del Friuli Venezia Giulia. Sono rimasto lì quattro anni e poi ho fatto il salto creando una mia realtà.

Ho iniziato facendo un po’ di tutto, dalla motion graphics al web, dallo scrivere all’assistente alla fotografia, e poi il montaggio, la produzione e infine la regia. Ho avuto la fortuna di lavorare solo su progetti ad alto budget e quindi anche quando mi hanno affidato le prime regie ho potuto sperimentare diversi mezzi e diverse tecniche. Ho esperienza come produttore, come producer, come montatore, come filmmamker e come regista. Negli ultimi anni mi sto dedicando sempre di più alla regia e alla fotografia. Adesso c’è Dmovie Communication, la mia realtà.

Uno dei tuoi progetti più importanti è il corto Selezione del personale, puoi raccontarci la sua storia?

Sinceramente non è uno dei progetti più importanti……. Lavorando con istituzioni e  grandissime industrie italiane ho avuto la possibilità di firmare video che fanno costantemente il giro del mondo anche in posti molto molto prestigiosi.

Selezione del Personale è stata una sfida. Non c’è regista senza squadra, e per fortuna la mia è di buonissimo livello. La sfida è stata partecipare ad un concorso Makin’ Go. Sessanta ore per scrivere, girare e montare un cortometraggio. La regia è in condivisione con Matteo Lena, mio grande amico fin dai tempi dell’università e grande filmmaker e regista.

Sessanta ore. Una funzione narrativa. Un oggetto. Una frase. Venerdì mattina si inizia, domenica sera si consegna. Siamo stati  un po’ dei killer, dueregisti filmmaker, due sceneggiatori, un aiuto regia, un aiuto produzione, un montatore, un fonico e sound designer, un d.o.p.  e tre attori professionisti.

Una solida organizzazione e un po’ di fortuna ed è andata bene, abbiamo vinto all’unanimità con queste motivazioni  “l’ottimale accostamento degli elementi tecnici e narrativi e dei vincoli usati saggiamente, oltre che per la generale sensazione di grande solidità professionale. Il cortometraggio, inoltre, affronta – con una sorprendente dose di inquietante sarcasmo – la dimensione grottesca e punitiva di un certo mondo del lavoro“.

Quali sono i progetti a cui stai lavorando?

In questo periodo sto dialogando molto con diverse case di produzione per far nascere nuovi  documentari  una serie per il pacchetto Sky. Quelli che sono partiti sono Un paese di primule e caserme, un documentario che girerò nei prossimi due anni e sarà prodotto dalla Tucker film, la casa di distribuzione del premio Oscar Departures, e poi ho scritto e sto facendo le ricerche per un altro documentario dal titolo provvisorio Dietro le spalle un pescatore, entrambe hanno il sostegno della Film Commission del FVG. Dalla fine del 2009 sono il regista di Fincantieri Cantieri Navali Italiani e nel 2011 porteremo a termine due nuovi video su due nuove Ferrari del mare e in contemporanea ne stiamo preparando altri due. Il resto sono video a commessa per altri clienti.

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